In questi casi estremi il fallimento non è un’opzione: qualsiasi cosa accada, bisogna sempre avere il controllo per riportare in brevissimo tempo il sistema in uno stato sicuro e, secondo loro, Linux non ha questa caratteristica poiché non ha:
- Dei requisiti ben definiti.
- Certificazioni ogni suo singolo driver.
- Una cultura della sicurezza e nemmeno una della qualità.
- Un micro-Kernel dove i driver vengano eseguiti con i più bassi privilegi possibili.
Specialmente l’ultimo punto, dicono, è praticamente un errore di progettazione, poiché Linux è monolitico e un driver che vada in errore può mandare in crash il Kernel. La cosa può ricordare un po’ la diatriba tra Torvalds e Tanenbaum negli anni novanta.
Da utente abbastanza navigato ma ancora alla scoperta di Linux, non mi pare niente di controverso. Esistono altri sistemi operativi e kernel che svolgono molto determinati lavori di Linux. Piuttosto mi pare più sensato sfruttare linux per quello che fa già in modo egregio e lasciare altre mansioni molto più specifiche e importanti a sistemi sviluppati ad hoc